Categorie
L’azienda vitivinicola La Montina nasce in Franciacorta il 28 aprile 1987 per volere di tre dei sette fratelli Bozza: Vittorio, Gian Carlo e Alberto.
Monticelli Brusati è un paese che occupa uno plendido lembo di terra nel versante Nord Orientale della Franciacorta, dove finiscono le strade carrozzabili e inizia la boscosa Valle Mugnina. Alle spalle, il lago d’Iseo fa da corona donando uno speciale microclima di cui tutti beneficiano, vigneti compresi. Le prime notizie su La Montina risalgono al 1620, quando proprietaria della casa padronale era una nobile famiglia bresciana facente capo a Benedetto Montini – avo di Papa Paolo VI – il cui cognome originò il toponimo Montina. Da allora questa piccola località che comprende, oltre le terre vitate, la collina retrostante è denominata per l’appunto «La Montina». All’interno della Tenuta vinicola domina la seicentesca Villa Baiana che ospita in tutti gli spazi espositivi visibili centinaia di opere d’arte del «Museo di Arte Contemporanea Franciacorta Remo Bianco». La Tenuta accoglie nella suggestiva ex barricaia anche una vitale e spaziosa Galleria d’arte per esposizioni temporanee di pittura e scultura. E un classico Wine Shop. In passato Villa Baiana era sede di un Convento di Suore dell’Ordine delle Dorotee, i cui interni sono oggi utilizzati per altri fini dalla nostra azienda. Ricordo i tre fratelli passeggiare nel cortile di quella grande e nobile dimora toccando le pietre, i colonnati, le grosse mura. Di tanto in tanto le loro braccia indicavano alcuni punti nel vuoto, tracciando nell’aria il progetto che da lì a poco avrebbe preso vita. I lavori iniziarono nel 1985, la collina che scende a ridosso dell’antica villa padronale venne svuotata al suo interno, gli escavatori mangiarono la terra e, fedeli al progetto, si iniziò a ricostruire la struttura portante. LA FAMIGLIA L’azienda vitivinicola La Montina nasce in Franciacorta il 28 aprile 1987 per volere di tre dei sette fratelli Bozza: Vittorio, Gian Carlo e Alberto. Mio padre Gian Carlo e gli zii Vittorio e Alberto provengono dalla campagna, permeati dalle sue tradizioni. Dalla campagna hanno tratto passione per la terra e per l’enologia sin dalla più tenera età. Sì, perché il loro padre– mio nonno Fioravante Antonio (detto Fiore) – lavorava già i vigneti e produceva vino rosso; anch’io ricordo le sue mani tinte del tipico colore dei vinattieri, il viola rilasciato sulla pelle dai pigmenti del vino. Mia nonna Vittoria Gaia (detta Gina), gestiva la propria Osteria nel cuore di Monticelli Brusati, il paese in provincia di Brescia dove tutti siamo nati; un trascorso che si ripete, come se il Dna di questi uomini contenesse da chissà quante generazioni il codice genetico del vignaiolo. Oggi La Montina – o meglio, le Tenute La Montina, come in realtà è denominata la nostra azienda vitivinicola – conta molte vendemmie e molto lavoro basato su concetti nuovi e tecnologicamente evoluti, pur tuttavia incardinati nella tradizione acquisita dall’indissolubile e rispettoso legame con il territorio per l’ottenimento della Qualità. Prerogative fondanti, queste, che si declinano nella conoscenza, nella maestria di impiantare e le viti, nell’individuare i siti migliori per allevare l’uva da millesimare, nell’accompagnarci con saggezza lungo il ventunesimo secolo, mantenendo fede all’impegno generazionale di ottenere sempre il meglio dalla ricerca sia per gratificare le nostre scelte sia per appagare il piacere di degustare i nostri Franciacorta. Con il Ventennale la nostra produzione raggiunge le 450.000 bottiglie di pregiati Franciacorta, frutto di scelte operate da sapienti uomini di vigna che giorno dopo giorno vivono il territorio e, come allora, ne condividono la condizione e i cambiamenti climatici interagendo quotidianamente con esso per interpretarne ogni messaggio. I VIGNETI Lo studio di zonazione, iniziato nel 1992 per volontà dei produttori del Consorzio per la tutela del Franciacorta, ha permesso di definire la vocazionalità viticola dell’intera Franciacorta, studiando e valutando l’effetto dell’insieme delle caratteristiche geopedologiche e la morfologia del paesaggio e dei vigneti ad esso associati sulle prestazioni vegeto-produttive e qualitative del vigneto franciacortino. Questo studio è in continuo approfondimento e arriva nel dettaglio fino ai singoli vigneti, operando con sensori multispettrali aerotrasportati, in grado di correlare i dati sulla condizione vegetoproduttiva del vigneto ai dati sulla qualità delle uve, il tutto in relazione alla classificazione del territorio realizzata dalla zonazione. Questa ricerca ha permesso di definire la vocazionalità viticola dell’intera Franciacorta, studiando e valutando l’effetto dell’insieme delle caratteristiche geopedologiche e la morfologia del paesaggio e dei vigneti ad adesso associati sulle prestazioni vegeto-produttive e qualitative del vigneto franciacortino. Questo innovativo sistema di rilevazione consente di valorizzare l’interazione tra vitigno e ambiente di coltivazione esaltando le specificità comportamentali e di adattamento di una varietà al luogo di coltivazione. Inoltre, tali studi, essendo prodotti, aggiornati e comunicati in tempo reale on-line, consentono alle aziende di operare specifiche scelte di tecnica agronomica e ottimizzare le strategie vendemmiali in funzione dell’obiettivo enologico. IL METODO FRANCIACORTA I Franciacorta La Montina vengono prodotti seguendo le rigide norme del Disciplinare del Consorzio Vini Franciacorta di cui fa parte, e che sono le più restrittive a livello mondiale per quanto riguarda il Metodo classico. Norme rigide per ottenere dei vini di assoluta qualità. Il Metodo di produzione dei Franciacorta prevede l’impiego di vitigni nobili (solo uve bianche di Chardonnay e di Pinot Bianco e uve rosse di Pinot Nero) e prescrive esclusivamente la raccolta manuale delle uve in cassette della capacità di 18/20 kg. Sua caratteristica, è la rifermentazione naturale in bottiglia e la successiva lenta maturazione e affinamento sui lieviti, non inferiore ai 18 mesi per le Basi, 30 per i Millesimati e ben 60 mesi per le Riserve. La vendemmia, fatta manualmente cadenzando i tempi di maturazione delle uve, ha inizio attorno alla metà agosto, permettendo il mantenimento la pigiatura delle uve, Gian Carlo Bozza e lo staff di cantina hanno maturato già nel 1999, la scelta di introdurre per la pressatura, il Torchio verticale Marmonier, costruito in Franciacorta grazie al supporto d’artigiani amici della cantina: ad oggi, è uno dei rarissimi presenti in Italia e soltanto uno dei due disponibili in Franciacorta. Questa pressa meccanica sfrutta un’ampiezza del vaso pari a 3 metri di diametro e l’altezza limitata di soli 120 cm, per ridurre il tempo di deflusso del mosto e consentire una spremitura molto soffice, senza frantumazione delle bucce, con una resa del 35%- 40% (mosto fiore). La pressatura soffice permette all’acino d’uva di mantenere intatte tutte le qualità organolettiche, che andrebbero in buona parte perse con una pressatura violenta e traumatica. L’intera area destinata alle spremiture è stata posta sopra la sala di vinificazione, in modo tale da poter sfruttare la caduta dei mosti per gravità, eliminando l’utilizzo delle pompe. I mosti a loro volta sono suddivisi in vasche d’acciaio o barrique, secondo la tipologia di uva, pigiatura, ed il vigneto di provenienza per la prima fermentazione. A sette mesi circadalla vendemmia i vini Base, attentamente selezionati, vengono messi in bottiglia per il «tiraggio», operazione che consente– grazie all’aggiunta di zucchero e lieviti – di dare il via alla seconda fermentazione naturale in bottiglia. Le bottiglie, una volta tappate ermeticamente, vengono accatastate manualmente nelle gallerie e messe a riposare. Nella penombra e nel silenzio delle gallerie inizia la fermentazione, durante la quale gli zuccheri si trasformano in alcol e anidride carbonica, creando le minuscole bollicine, tratto inconfondibile del Franciacorta. Dopo una lunga fase di maturazione sui lieviti, non inferiore ai 18 mesi (per i Satèn e i Rosé non millesimatii tempi si allungano fino a 24 mesi, per i Millesimati almeno fino a 30 mesi e per le Riserva a 60 mesi), ecco il «rémuage» per far defluire dolcemente i sedimenti verso il tappo e procedere quindi alla loro espulsione, ovvero alla «sboccatura». Operazione di grande fascino e prerogativa del Metodo Classico, la sboccatura era un tempo legata all’abilità e destrezza del cantiniere, che toglieva con una rapida mossa il tappo, con l’intento di perdere la minor quantità di vino; rabboccava la bottiglia e la tappava definitivamente. Oggi, grazie al supporto di macchinari, il collo della bottiglia viene immerso in una soluzione refrigerante a -28°, congelando i sedimenti e facilitandone l’espulsione senza perdita di vino. Ancora oggi nelle Tenute La Montina, la sboccatura manuale a mo’ di dimostrazione viene eseguita per il piacere degli ospiti che visitano la cantina. A questo punto viene aggiunta la «liqueur», sciroppo composto da vino selezionato e zucchero in quantità variabile, che a secondo del dosaggio dà vita ai Franciacorta Extra Brut, Brut e Demi Sec. L’assenza di zucchero caratterizza il Pas Dosé. Infine, la bottiglia viene richiusa con il caratteristico tappo di sughero ancorato con una gabbietta metallica al collo, successivamente vestita.
Altro